Maria Grazia Mazzola il 9 febbraio 2018 a Bari nel quartiere Libertà è stata vittima di una violenta ed inaudita aggressione di tipo mafioso ad opera della moglie del capoclan Lorenzo Caldarola, condannato per mafia e componente del clan Strisciuglio.
Monica Laera, l’aggressore di Maria Grazia, è anch’essa già stata condannata in via definitiva per associazione mafiosa. L’aggressione, avvenuta su suolo pubblico, era tesa ad intimidire ed impedire fisicamente il servizio pubblico che la Mazzola stava svolgendo in quel momento a Bari.
“Le aggressioni e le intimidazioni contro i giornalisti seri e capaci che hanno il coraggio di raccontare a viso aperto la mafia e le sue nefandezze, purtroppo, sono quotidiane e diffuse in tutto il territorio nazionale – ha dichiarato Luigi Cuomo, presidente nazionale di Sos Impresa Rete per la Legalità – questo deve finire”.
Domani 16 gennaio si svolgerà l’udienza preliminare del processo scaturito dalla denuncia di Maria Grazia ma, a differenza del 9 febbraio 2018, domani la Mazzola non sarà sola.
“Centinaia di cittadini e tantissime associazione e organizzazioni di impegno civile e antimafia saranno accanto a Maria Grazia e a tutti i giornalisti minacciati e aggrediti da criminali, mafiosi e violenti in tutta Italia – ha proseguito Cuomo – ed anche Sos Impresa Rete per la Legalità sarà presente con propri rappresentanti al sit-in organizzato a sostegno della giornalista del TG1 perché riteniamo indispensabile far sentire sempre forte e chiara la voce della società civile e della parte sana della popolazione italiana ogni qualvolta si esercita il diritto alla Giustizia, alla Verità e alla Legalità”.
“L’informazione onesta e coraggiosa – ha concluso Cuomo – è un bene comune che deve essere tutelato e preteso da tutti”.