Il presidente di Sos Impresa Luigi Cuomo interviene sul caso Condorelli dalle pagine del Sole24ore in edicola giovedì 6 maggio.
L’articolo a firma di Nino Amadore (che è possibile leggere anche qui, sul sito del giornale) parte da una metafora e da un dato: “Una goccia continua e persistente che piano piano punta ad abbattere il muro della rassegnazione e dell’omertà. Può essere questa la metafora giusta per dare l’idea di quello che è, oggi, l’impegno antiracket degli imprenditori siciliani. Di quegli imprenditori che non si sono fatti travolgere dallo sconforto e dal pessimismo e hanno continuato ad avere fiducia nello Stato. Che però restano pochi. Sono 20 quelli contati nei primi mesi di quest’anno da Pippo Scandurra, lui stesso imprenditore che ha denunciato il racket mafioso in provincia di Messina e ora vicepresidente nazionale dell’associazione Rete per la legalità-Sos impresa. Erano stati 30 in Sicilia quelli accompagnati alla denuncia da questa associazione l’anno scorso“.
“Un numero di denunce – continua l’articolo – che sembra essere la punta di un iceberg e che più o meno coincide con i dati dell’ufficio del commissario nazionale Antiracket sulle domande presentate nel 2020 per accedere ai benefici: 28 in Sicilia su un totale nazionale di 284″.
«Ma si tratta – spiega il presidente nazionale di Sos impresa Luigi Cuomo – di un dato parziale: per ogni impresa che presenta domanda ce ne sono altre nove che non lo fanno. Secondo una stima, dunque, potrebbero essere almeno 300 le denunce presentate dagli imprenditori siciliani contro il racket nel 2020». Poche, ovviamente, ma sono il sintomo di una «accresciuta consapevolezza tra gli imprenditori» aggiunge Cuomo. I dati, riferiti a tutte le forze di polizia in campo, parlano di mille delitti di estorsione denunciati nel 2020 che comprendono ovviamente non solo quelli denunciati dagli imprenditori ma anche quelli scoperti autonomamente dagli investigatori. E nel 2021, periodo gennaio-aprile, sono già 300 e in crescita rispetto ai poco più di 25o dello stesso periodo dell’anno scorso.
Esempio di imprenditore che ha avuto il coraggio e la forza di ribellarsi a Cosa Nostra è Giuseppe Condorelli. «Non bisogna avere timore di alzare la testa – dice Condorelli – ma bisogna certamente farlo in maniera avveduta. La mia vicenda è riuscita a veicolare un messaggio forte ed è venuta fuori la Sicilia sana e onesta che, secondo me, è maggioritaria».