Il Coordinamento regione Campania di Sos Impresa celebra la Giornata della Memoria con la testimonianza di Mario De Simone.
Mario racconta la storia di suo fratello Sergio, “un piccolo napoletano massacrato dai mostri”.
Sergio De Simone nacque a Napoli il 29 settembre 1937. Aveva sette anni quando fu rastrellato a Fiume su una precisa denuncia di un criminale fascista, insieme alla madre Gisella Perlow, e deportato prima alla Risiera di San Sabba, a Trieste, e poi ad Auschwitz.
Insieme ad altri 19 bambini (Alexander, Eduard, Jaquelin, Wassermann, Riwka, Junglieb, Marek, Lelka, Georges, Surcis, Roman, Eduard, Lea, Marek, Mania, Blumel, Ruchla, Roman, Eleonora) fu condotto ad Amburgo, in una scuola lager, e sottoposto ad esperimenti medici da un’equipe guidata dal nazista Kurt Heissmeyer. A tutti i piccoli venne iniettato il virus della tubercolosi. Le sevizie continuarono fino al 20 aprile 1945, giorno in cui il lager fu precipitosamente evacuato per l’imminente arrivo delle truppe liberatrici. I 20 bambini, in gran fretta, vennero impiccati nello scantinato della scuola e i loro cadaveri non furono più ritrovati.
Solo nel 1965 fu rinvenuta, nei sotterranei dell’edificio, una scatola di latta dove erano stati nascosti appunti e fotografie sugli esperimenti. Anche le sorelline Tatiana e Alessandra Bucci, nella foto del 1943 ritratte insieme al cuginetto Sergio De Simone, furono arrestate e deportate ad Auschwitz. Ma si salvarono. Solo nel dicembre del 1946 riuscirono a ritornare a Napoli.
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