“Castellammare, in un anno solo tre denunce all’antiracket”, è questo il titolo di un articolo pubblicato domenica 4 aprile su Repubblica Napoli. “Castellammare ha bisogno di uno scatto contro la camorra. Servirebbe una “primavera” contro il racket. Le condizioni ci sono tutte”, le parole di Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa Rete per la Legalità, intervistato da Dario Del Porto.
Ecco l’articolo.
Tre denunce in un poco più anno. È il bilancio dello sportello antiracket aperto nel circolo della legalità nel cuore di Castellammare di Stabia. Ma per avviare quel percorso di riscatto della città sollecitato dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, è indispensabile affrontare uno degli storici asset del clan D’Alessandro: le estorsioni.
«Noi ci lavoriamo tutti i giorni», sottolinea Luigi Cuomo, una vita in prima linea contro il ”pizzo” e oggi responsabile del Circolo della legalità aperto in un bene confiscato tra piazza Principe Umberto e corso Garibaldi al termine di un iter avviato da una gestione commissariale e completato dalla precedente giunta comunale, guidata dall’allora sindaco Toni Pannullo. Aggiunge Cuomo: «A Castellammare esiste un fervore culturale straordinario. In poco tempo, il circolo è riuscito a diventare un punto di riferimento per molte iniziative, ospitiamo associazioni, organizziamo premi. Però la borghesia della città, i tanti intellettuali, artisti, attori che la compongono, camminano quasi con indifferenza sulle macerie disseminate da una camorra sanguinaria e diffusa».
Secondo Cuomo, questo atteggiamento si riflette negativamente sulla lotta alle estorsioni: «L’imprenditore sotto racket che pensa di denunciare non avverte il consenso intorno a sé, ma si sente solo e così evita di esporsi. Poi, se a chiamarlo sono i carabinieri oppure la polizia a caccia di riscontri su episodi raccolti autonomamente, forse conferma pure. Ma di sicuro non farà il primo passo». Ciò nonostante, ribadisce Cuomo, «rivolgersi alle forze dell’ordine e alla magistratura rimane l’unica strada. Non ce lo dice solo l’esperienza del passato, ma anche quella più recente». Come la storia di un imprenditore di Castellammare, uno dei tre che si sono fatti avanti nell’ultimo anno, che con l’assistenza dello sportello antiracket ha denunciato il tentativo della camorra di estrometterlo dal mercato. Gli estorsori adesso sono in cella, il processo sta per iniziare e di recente ha ottenuto anche la possibilità di accedere ai finanziamenti del fondo per le vittime di usura ed estorsione.
«Ha ragione il procuratore Cafiero de Raho – dice Cuomo – Castellammare ha bisogno di uno scatto contro la camorra. Servirebbe una “primavera” contro il racket. Le condizioni ci sono tutte. La borghesia illuminata deve solo darsi una scossa. Noi siamo pronti».