Il vicepresidente di Sos Impresa Pippo Scandurra interviene sulle pagine della Gazzetta del Sud dopo l’udienza per l’operazione Nebrodi.
Di seguito l’articolo a firma di Nuccio Anselmo del 7 novembre scorso
«È un grande passo in avanti il fatto che si siano registrate già le prime costituzioni di parte civile al maxi processo Nebrodi, e altre ne verranno, posso anticiparlo, per le nostre associazioni presenti sul territorio messinese che fanno parte della rete di “Sos Impresa-Rete per Legalità”».
Lancia un sasso nello stagno dell’indifferenza il vice presidente nazionale di “Rete per la Legalità” Pippo Scandurra, all’indomani della maxi udienza preliminare sull’inchiesta della Procura di Messina che ha fotografato un decennio di truffe agricole dei clan mafiosi tortoriciani ai danni dell’Agea e dell’Unione Europea, e stiamo parlando di un giro di “affari” per Cosa nostra di dieci milioni di euro.
Un’inchiesta che ha delineato i nuovi assetti delle storiche associazioni manose tortoriciane, i Bontempo Scavo e i Batanesi, che oltre all’egemonia nella zona nebroidea erano in grado di interfacciarsi con le “famiglie” di Catania, Enna e del mandamento delle Madonie di Cosa nostra palermitana. I Batanesi avevano influenza in provincia di Enna grazie a una “cellula” nel territorio di Centuripe, e intervenivano in alcune dinamiche mafiose a Regalbuto e Catenanuova, sfruttando i buoni rapporti con esponenti della criminalità locale. La loro influenza si estendeva pure a Montalbano Elicona, un tempo feudo dei Barcellonesi.
«Sono poi da considerare molto positive – prosegue il vice presidente Scandurra -, le costituzioni dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente e della Cgil, ma ci aspettiamo che intervengano anche l’Agea e il Parco dei Nebrodi, ovvero due enti importantissimi, i più colpiti per le truffe e per i fatti successi all’ex presidente Antoci. Sono convinto che anche loro ci saranno presto tra le parti civili per difendere la nostra Sicilia, i nostri territori, i nostri imprenditori, affinchè siano liberi da condizionamenti mafiosi e si possa lavorare nella piena legalità. Ribadisco che le costituzioni di parte civile delle associazioni che seguono veramente gli imprenditori sul territorio, sono da considerarsi fondamentali nella lotta alla mafia».
Mercoledì scorso all’apertura dell’udienza preliminare del maxiprocesso Nebrodi hanno chiesto di costituirsi parte civile l’imprenditore di legname Carmelo Gulino, con il suo avvocato Nino Todaro, e poi una serie di enti e associazioni: l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente con l’Avvocatura dello Stato, il Comitato Addiopizzo con l’avvocato Fabrizio Ribaudo, le associazioni antiracket Acis di Sant’Agata Militello e Aciap di Patti con l’avvocato Natalino Venuto, l’associazione nazionale “Sos Impresa – Rete per la Legalità” con le diramazioni regionale siciliana e provinciale di Messina con l’avvocato Natalija Bukumirovic, la “Sos -Impresa” con l’avvocato Fausto Amato, il sindacato della Cgil siciliana e messinese con l’avvocato Ettore Cappuccio, e infine la onlus “Solidalia” con l’avvocato Maria Luisa Martorana. E c’è già un lungo calendario d’udienza per il maxiprocesso, che si spinge fino a dicembre; il 18 novembre si costituiranno formalmente le tante parti civili interessate, e il giudice deciderà sulle istanze di patteggiamento; il 25 novembre si terrà la discussione dei pubblici ministeri, degli avvocati delle parti civili, ed è anche la data fissata del termine ultimo per presentare istanze di riti alternativi; il 2, 4 e 11 dicembre sono le date riservate per gli interventi dei difensori; il 18 dicembre si terrà la discussione dei pubblici ministeri e dei difensori per quanto riguarda i 9 riti abbreviati.