A Fiorangela D’Amora
Fiorangela D’Amora è una stabiese di nascita ed è giornalista pubblicista dal 2005 e dal 2017 scrive per IL MATTINO.
La provincia è stata il suo campo di osservazione fin dagli inizi, già prima di occuparsi stabilmente del territorio di Castellammare, e sempre senza arretrare di fronte alle evidenze più dure e scomode.
Ha iniziato infatti con la cronaca nera e di lì il passo verso il sociale è venuto facile, come naturale conseguenza degli interrogativi che non si risparmia, andando sul campo per verificare di persone, per registrare le sensazioni della gente e per intervistare con professionalità i protagonisti.
Negli ultimi anni, particolarmente difficili in ogni campo per Castellammare, ha seguito passo passo con onestà intellettuale l’evolversi delle indagini che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale. Ha mantenuto costante l’attenzione verso la realtà sociale, registrando violenti fatti di cronaca e insieme i segni positivi sorti in contrasto e in reazione.
Ha dato ampio spazio alle iniziative, agli impegni e a quanto si muove a difesa e a sostegno della legalità.
Dalla sua narrazione obiettiva ma non neutra, emerge la sua dirittura morale e la chiara determinazione a restare schierata a sostegno della lotta per la legalità.
Per l’impegno e l’onestà intellettuale che la contraddistingue si pone come una delle eccellenze culturali e di impegno civile del nostro territorio.
A Gennaro Gambardella (menzione speciale)
Gennaro Gambardella è un giovane e validissimo operatore socioculturale dell’area stabiese molto popolare e particolarmente amato da tantissimi giovanissimi e giovanissimi studenti e studentesse che hanno avuto maggiori difficoltà a scuola, soprattutto in questi ultimi anni caratterizzati dalla presenza del Covid e delle sue conseguenti restrizioni e, ancora di più, è apprezzato dalle loro famiglie che riconoscono in Gennaro un punto di riferimento affidabile e sicuro.
Dall’associazione “Amici della Filangieri”, alla CPS, ad SOS IMPRESA al Circolo della Legalità a tanti altri organismi associativi laici e religiosi, attraverso il suo coinvolgimento in diversi progetti, abbiamo trovato e troviamo ancora in Gennaro un incessante ed infaticabile operatore sempre disponibile e dalle soluzioni rapidi ed efficaci.
Gennaro rappresenta una risorsa da tutelare e promuovere affinché il suo esempio possa essere modello per tanti altri giovani stabiesi che farebbero certamente migliore il nostro territorio e la qualità della vita di tanti giovani stabiesi.
A Isaia Sales
Giornalista e saggista, fortemente impegnato politicamente a favore delle tematiche legate allo sviluppo del mezzogiorno, è stato Deputato e ha rivestito anche importanti cariche istituzionali. È stato docente universitario presso l’università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”.
In tutti i ruoli rivestiti, ha fatto, sin da giovanissimo, della lotta alla malavita organizzata una propria ragione di vita, affrontando dai vari fronti questo male della società, di cui ha studiato le origini, le evoluzioni, la commistione con parti importanti della società civile.
Trasferendo i risultati dei suoi studi in numerosi saggi e nelle lezioni universitarie tenute, ha promosso la formazione di una coscienza critica nei confronti del fenomeno, soprattutto nelle nuove generazioni.
Dei numerosi saggi pubblicati su questo argomento, affrontandone anche risvolti spinosi ricordiamo il primo in assoluto, nel 1988,”La camorra le camorre” ed il recentissimo, “Teneri assassini. Il mondo delle baby-gang”. Sempre legato alla attualità e alla modernità dell’analisi e della rappresentazione chiara e fedele del mondo della malavita, non solo napoletana.
Da docente universitario ha tenuto corsi specifici sui temi specifici come “Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia”, “Letterature e mafie” e “Storia delle mafie”.
Per aver coraggiosamente e costantemente reso una testimonianza di alto impegno civile gli viene conferito il Premio Michele Cavaliere.
A Luigi Riello
Procuratore generale di Napoli dal 2015, ha fatto sentire forte la sua voce sul degrado della società campana e in particolare napoletana, un unicum in Italia, su cui ha richiamato l’attenzione nazionale.
Attento alla diffusa devianza giovale come alla emergenza delle periferie, ha evidenziato la necessità di far procedere di pari passi la repressione a fianco di una rivoluzione culturale che spetta anche all’impegno della società civile. “Ognuno faccia la propria parte” ha sostenuto anche nei riguardi dei Don Abbondio che devono uscire dalla Chiesa, per tagliare i fili culturali che alimentano la camorra.
“Lo Stato deve fare la sua parte ed è ora di mettere i valori al posto giusto “ha affermato a sostegno della rimozione degli altarini di eroi di camorra diffusi a Napoli.
E per i giovani che sono il vero nucleo del problema legalità, Riello, da uomo di profonda umanità oltre che di legge, vede la necessità di lavoro ed alternative, la stessa ottica di quanti nella società civile s’impegnano perché si possa avviare un reale cambiamento.
A Rosamarina Sardella
Comandante, dall’agosto 2022, della Capitaneria di Porto- Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, è entrata a far parte di questo Corpo della Marina Militare nel 2002, in seguito al superamento di un pubblico concorso e dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Politiche – diritto economico internazionale.
Nell’intraprendere tale percorso professionale ha fatto suoi i tre obiettivi fondamentali del Corpo a cui appartiene: salvaguardia delle vite umane in mare, sicurezza della navigazione, tutela ambientale.
Tre obiettivi che rimandano automaticamente al contrasto dell’illegalità in cui tanti traguardi sono stati raggiunti dalla Guardia Costiera anche nel nostro stesso territorio, in modo particolare la recente operazione con la quale è stata sgominata, insieme ai Carabinieri, una banda di 12 “datterai stabiesi” accusati e poi condannati, in primo grado, ad oltre 65 anni di carcere per reati di ricettazione ed associazione a delinquere.
La Commissione, pertanto, assegna al Capitano di Fregata dottoressa Rosamarina Sardella, il Premio Michele Cavaliere edizione 2022 sia a livello personale sia come rappresentante del Corpo della Marina Militare a cui appartiene.
A don Salvatore Abbagnale
Giovane e dinamico parroco del quartiere del centro storico di Castellammare di Stabia, quartiere ad alto tasso di disagio socioeconomico e culturale.
Per il suo impegno e la sua presenza costante nella comunità, per la tenacia con cui si dedica ai giovani del territorio cercando di infondere in loro speranza, tolleranza e senso della comunità creando un vero e proprio punto di riferimento di aggregazione, diverso da quello offerto dalla strada, volto al recupero sociale e culturale dei giovani, alla creazione di spazi sicuri e scevro dalla rassegnazione di una esistenza già tristemente determinata.
Per essere sempre al fianco dei più fragili, per le lotte quotidiane che lo hanno esposto anche a rischi personali e la disponibilità offerta per ogni tipo di intervento rivolto alla riqualificazione sociale, culturale e territoriale in perfetta sinergia anche con associazioni culturali laiche ed altre realtà locali.
Per il suo senso di carità e per i tentativi di assicurare agli individui un’esistenza migliore in contrasto con i modelli culturali imposti dal contesto e per la fiducia costante nei principi di giustizia e libertà.
Il suo impegno attivo nelle aree disagiate del territorio ha permesso a centinaia di ragazzi e ragazze di riacquistare fiducia nelle istituzioni, nella scuola, nella famiglia. Per tutto ciò la giuria del Premio Michele Cavaliere ha deciso di conferirgli questo riconoscimento, dedicato a figure che, come lui, sono sempre state in prima linea contro la criminalità organizzata.
A Bruno Vallefuoco
Uomo, cittadino, padre, che il 20 luglio 1998, si vedeva sottrarre, per mano della camorra, il giovane figlio Alberto, ucciso da killer spietati, durante una pausa di lavoro, assieme ai due colleghi Rosario e Salvatore, “per un tragico errore di persona”.
Non ci sono parole per descrivere il dolore immenso per la perdita di un figlio, così assurda da non ammettere ragioni, così straziante da rendere la propria vita priva di qualsiasi valore e ogni ulteriore scopo.
Ciò malgrado, sorretto da una ammirevole forza interiore e da un grande amore per il prossimo, decideva di non rendere vano il sacrificio di Alberto ma di conferirgli un significato forte, testimoniando in prima persona la propria drammatica vicenda umana.
A lui va questo riconoscimento, per il suo impegno in memoria delle vittime innocenti e per la costante diffusione di un messaggio di fiducia e di speranza verso quanti, soprattutto i più giovani, studiano, lavorano, vivono, in una società troppo spesso contaminata dal tarlo della criminalità organizzata.
A Nando Dalla Chiesa
Sociologo, laureato in economia alla Università Bocconi di Milano, dove attualmente insegna, direttore della Rivista di Studi e Ricerche sulla Criminalità Organizzata, docente di sociologia della criminalità organizzata a Milano, per l’infaticabile attività di studio, originale analisi e magistrale capacità di divulgazione dei fenomeni mafiosi in Italia e della loro infiltrazione nei tessuti economici, civili e culturali del nostro Paese.Presidente onorario di LIBERA e animatore di moltissime iniziative culturali, artistiche e di intenso impegno civile, fondatore di corsi di specializzazione, laboratori, centri di ricerca e della prima scuola accademica sulla criminalità organizzata.
Secondo il comitato scientifico del Premio Michele Cavaliere la cultura è certamente tra le armi più efficace contro la criminalità organizzata nel nostro Paese e chi produce cultura di altissimo livello, soprattutto quella antimafia, è considerabile a tutti gli effetti un altissimo ufficiale dell’esercito della Legalità e della Giustizia. Il professore dalla Chiesa, pertanto, rappresenta senza dubbio uno degli altissimi ufficiali di più alto rango di questo esercito.
Per questi motivi ci onoriamo di assegnare il riconoscimento 2022 del Premio Michele Cavaliere al professore Nando dalla Chiesa.